Torna l'appuntamento con le interviste alle nostre ragazze. Oggi conosciamo meglio Angela Sposato e Giulia Sabia.
Angela Sposato, soprannome Sposi, 2000, 170 cm, ala.
1. Ho 17 anni, in famiglia siamo in quattro: mia mamma Carmela, mio babbo Ernesto e mio fratello Luigi che è più grande di me. Studio chimica all’istituto/liceo Sarrocchi e quest’anno frequento la classe quarta. Sono battezzata nella Contrada Priora della Civetta. Gli interessi fuori dalla pallacanestro diciamo che non sono molti, seguo molto il calcio è tifo Inter. Ascolto molto la musica e sono molto appassionata anche di altri sport come la pallavolo, il calcio, il tennis e il nuoto. Mi ispiro molto a Daniel Hackett perché mi piace molto il suo carattere e la sua voglia di migliorare ogni giorno. Poi mi ispiro anche a Cecilia Zandalasini che ha 21 anni è andata a giocare in WNBA e ha anche vinto l’anello.
2. Da piccola facevo danza perché mia mamma andava pazza per il tutú rosa. Poi un giorno siamo andati a vedere una partita della Mens Sana e da lì fu amore a prima vista. Allora a 7 anni iniziai a giocare e così entrai nel magico mondo della pallacanestro.
3. L’esperienza con le grandi è iniziata bene già l’anno scorso quando per la prima volta entrai in campo in una partita di serie B, e l’emozione non si può descrivere. Quest’anno è ancora meglio, con le grandi che mi hanno accolto e aiutano quando ho qualche problema in campo; insomma puoi contare sul loro appoggio.
4. In futuro cosa vorrei fare ancora di preciso non lo so. Da piccola dicevo sempre l’avvocato però ora l’idea è cambiata. Avendo scelto di studiare chimica, l’ambito sarà quello. Mentre, nella pallacanestro, si spera di arrivare più in altro possibile.
5. Diciamo che di aneddoti divertenti ce ne sono tanti, sia in campo che negli spogliatoi. Uno dei più belli è successo al torneo di Cesenatico l’anno scorso, durante una partita combattuta contro Mvp Portogallo. Una partita un po’ particolare con un arbitraggio scandaloso. La simpaticissima numero 8 fece finta di farsi male quando ormai il tiro da 3 di Rebecca era entrato, e ovviamente l’arbitro lo annullò, da lì iniziò la guerra. Dopo 5 minuti la 8 rientra come se nulla fosse successo, e ovviamente la difendevo io. Questa qui ogni volta che toccavo palla mi applaudiva. Allora quando mancavano 3 minuti alla fine della partita le feci un fallo abbastanza brutto, lei andò in lunetta ridendo. Allora mentre l’arbitro le dava la palla per farla tirare io le applaudivo da dietro e lei uguale. Di conseguenza andai dall’arbitro per dirgli di guardarla. Al secondo tiro libero, di nuovo prima di tirare, io le applaudii e lei fece uguale, l’arbitro vide solo lei e le diede tecnico e dalla panchina risero tutte.
Giulia Sabia, soprannome SABU, (2000) 170 cm, centro.
1. Ho 17 anni, vivo con i miei genitori Tiziana e Vito e con il mio fratello di 21 anni Alessio, anche lui appassionato e giocatore di basket. Frequento la quarta biologico all'Istituto Monna Agnese di Siena e sono del nicchio. Al di fuori della pallacanestro mi piace viaggiare molto, infatti ogni anno nell'estate con la mia famiglia e con gli amici visitiamo luogo diverso. Il mio primo giocatore preferito è stato Shawn Stonerook. Fin da quando ero piccola seguivo le partite della Mens Sana ed ero entusiasta di come giocava: mi piaceva la sua grinta in attacco ma soprattutto in difesa e spero un giorno di diventare come lui.
2. Da piccola facevo nuoto ma a un certo punto ho deciso che volevo fare uno sport di squadra,e non ho avuto dubbi: la pallacanestro era il mio sport. Ho iniziato a giocare a basket quando avevo 7 anni. Ho scelto questo sport perché sono sempre andata a vedere la partite della Mens Sana con la mia famiglia da quando avevo 2 anni. Penso che la mia caratteristica migliore di gioco sia la grinta, sia in attacco ma soprattutto in difesa. Quando sono in campo cerco di non mollare mai e di dare sempre il meglio per la mia squadra.
3. Già dall'anno scorso avevo cominciato ad allenarmi e presenziare alle partite della prima squadra ma in maniera non ufficiale. Quest'anno è diverso perché mi sento più parte della squadra. Gli allenamenti sono più intensi rispetto a quelli delle giovanili ma non sento la stanchezza perché sono contenta di farlo. Le ragazze più grandi mi hanno accettato subito.
4. Per quanto riguarda il futuro ancora non ho le idee chiare, per ora preferisco vivere giorno per giorno. Per quanto riguarda il basket spero di continuare a giocare per tanti anni, possibilmente nel Costone.
5. In tutti gli anni di pallacanestro di episodi divertenti ne sono accaduti tantissimi, ma non ne ho uno in particolare da raccontare. Per esempio quando facevamo il minibasket io e sposi eravamo le sole femmine della squadra ( con 25 maschi) ed avevamo uno spogliatoio solo per noi; nello spogliatoio facevamo di tutto (spostavamo anche le panchine, il tavolo ecc) e facevamo tutto con calma. Quando i maschi, che in 20 dividevano un solo spogliatoio se ne erano andati tutti, noi ancora dovevamo cominciare e quando arrivava la mia mamma tutta arrabbiata le rispondevamo: "Ci credo che i maschi fanno prima di noi, loro hanno quattro docce noi solo due!!!!" E tutto finiva in una risata.